Spunti e riflessioni dalla serie televisiva Sons of Anarchy
La popolare serie televisiva Sons of Anarchy (SOA) narra la storia dell’omonima “gang di motociclisti” Californiana dedita a deprecabili traffici di armi, e dei suoi principali membri: Jax Teller (JT), figlio del fondatore, di sua madre Gemma e del patrigno Clay, probabile assassino di suo padre (complice la madre) e nuovo presidente del Club.
JT, cresciuto nell’ambiente biker, assurge rapidamente ai vertici del gruppo ma impara presto a fare i conti con la storia del Club, originariamente voluto dal padre per perseguire ideali di libertà ed anarchia ma poi degenerato in una organizzazione violenta orientata al guadagno.
Ma ora basta con gli spoiler e via alle riflessioni:
- La serie pone drammaticamente il conflitto tra l’ideale di libertà assoluta originariamente perseguito ed il rispetto delle leggi del vivere comune. Niente di nuovo in fondo… dove deve finire l’anelito alla libertà in favore del rispetto degli “altri”?
- La coesione del gruppo ed il concetto di “famiglia”. Qualsiasi circolo chiuso (e una biker gang è in fondo l’esasperazione di questo concetto) fornisce una fortissima “esperienza di senso” ai propri membri, la distinzione tra “noi” e “gli altri”, la presenza di regole (spesso molto dure) per i membri del gruppo e di requisiti ancora più stringenti per esserne ammessi sono il più potente “collante” per i membri del gruppo. Essi sono pronti, talvolta anche letteralmente, a sacrificare la vita per i propri “fratelli”. SOA è coeso attorno ad un ideale (in merito al quale si tralascia qualsiasi considerazione etica) che riempie l’intera vita dei membri, andando a sostituire il concetto steso di famiglia. Come nasce questo spirito? Come può essere coltivato e mantenuto?
- Cambiare pelle senza cambiare spirito. Nel caso di SOA il gruppo, nato da 8 amici che non accettavano di vivere secondo le convenzioni della società, passa dalla ricerca della libertà ad attività più banalmente criminali. Viceversa, in casi reali, Bikers gang nate fuori dalla legge si sono trasformate nel tempo in associazioni senza scopo di lucro dedite anche ad attività filantropiche. In entrambe i casi, tuttavia, lo spirito, l’aura, anche le regole fondamentali, non sembrano essere cambiate nel tempo. Quindi lo spirito può rimanere intatto anche se lo “scopo istituzionale” cambia?
Cosa ne pensate?